sabato 11 gennaio 2025

Caso Stormy Daniels, emessa sentenza: Trump condannato ma non va in carcere nessuna pena, multa, ammenda.

 



Donald Trump è stato condannato nel caso di New York relativo al pagamento alla ex pornostar Stormy Daniels ma non andrà in carcere. Così ha deciso il giudice Juan Merchan leggendo la sentenza. Al presidente eletto non sarà comminata neanche una multa. La condanna comunque macchia la fedina penale del tycoon, che era già stato dichiarato colpevole lo scorso maggio di 34 capi di accusa. La condanna lo fa ufficialmente diventare il primo e unico presidente americano della Storia a essere stato condannato per un crimine. Nello specifico la sentenza parla di "unconditional discharge", una formula che certifica il riconoscimento dello status di "criminale" ma senza conseguenze come carcere, sanzioni o libertà vigilata per la sua condanna. "L'evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito", ha commentato il tycoon. "Questo caso è stata una brutta esperienza ed un fallimento del sistema giudiziario di New York", aveva detto prima della sentenza, definendo il caso "una caccia alle streghe politica per danneggiare la mia reputazione. Sono innocente".
Giudice: "Nessuna pena a Trump perché è stato rieletto

Il giudice Juan Merchan ha spiegato, subito dopo la lettura della sentenza, che la decisione di non comminare alcuna pena a Trump è stata determinata dal suo imminente ritorno alla Casa Bianca. "Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l'immunità presidenziale", ha detto il giudice rivolgendosi al presidente eletto al quale alla fine ha augurato "buona fortuna per il secondo mandato".

I tentativi di bloccare la sentenza

Negli ultimi giorni i legali di Trump hanno percorso ogni strada possibile per fermare la pronuncia. La Corte suprema americana ha bocciato la richiesta di bloccare la sentenza di condanna, prima ancora anche la Corte d'appello di New York ha respinto la stessa richiesta. Qualche giorno fa il giudice Merchan aveva deciso che per il tycoon dovesse essere emessa la sentenza, fissando la data a 10 giorni dalla cerimonia di giuramento a Capitol Hill, in cui Trump si insedierà alla Casa Bianca come primo presidente con lo status di “felon”, criminale. Inizialmente Trump avrebbe dovuto essere condannato il 26 novembre, ma Merchan aveva posticipato la sentenza a tempo indeterminato dopo la sua vittoria elettorale. Il pm di Manhattan Alvin Bragg si era opposto al colpo di spugna e aveva suggerito diverse opzioni, tra cui rinviare la condanna alla fine della presidenza, comminare una sentenza senza galera o chiudere il caso annotando però la decisione della giuria.La vicenda

Donald Trump è stato ritenuto responsabile di aver falsificato la contabilità aziendale per occultare il pagamento del silenzio della ex pornostar Stormy Daniels sulla loro relazione sessuale prima delle elezioni presidenziali del 2016. Per la lettura della sentenza è stato stabilito che il presidente eletto dovesse apparire in tribunale a New York, in persona o anche in video collegamento. Il tycoon ha quindi scelto di partecipare all'udienza da remoto, seduto vicino al suo legale Todd Blanche. In aula invece era presente il procuratore di New York Alvin Bragg. Il giudice Merchan aveva anticipato che non era orientato a comminare una pena carceraria o che potesse limitare la libertà del presidente eletto (sulla carta rischiava sino a 4 anni). Confermata invece la sua responsabilità penale.

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